Referendum costituzionale: qualche consiglio sulle modalità di voto per italiani all'estero

Il momento del voto si avvicina, e tutti gli espedienti per racimolare voti sono stati adottati. In molti a sostenere che il governo faccia affidamento in maniera particolare sui voti per corrispondenza. Breve guida per votare per expat e temporaneamente expat

Il momento del voto si avvicina, e tutti gli espedienti per racimolare voti sono stati adottati. In molti a sostenere che il governo faccia affidamento in maniera particolare sui voti per corrispondenza. Breve guida per votare per expat e temporaneamente expat

RIVA DEL GARDA - Domenica 4 dicembre 2016, come tutti ben sappiamo a meno che qualcuno non ci abbia tappato occhi e orecchie nell'ultimo mese, il popolo italiano sarà chiamato alle urne per il Referendum di tipo confermativo che deciderà l'esito positivo o negativo del disegno di legge che prevede la riforma costituzionale del Senato, già approvato da entrambe le Camere.

A differenza dei referendum abrogativi, ovvero tutti quelli a cui abbiamo votato dopo il 2006, quelli costituzionali non prevedono il raggiungimento del quorum: questo significa che se il 4 dicembre magicamente nessun italiano si presentasse al proprio seggio tranne la Boschi e Di Maio, il referendum sarebbe essenzialmente da rifare non perché gli elettori non sono abbastanza, ma perché l'esito sarebbe pari. Personalmente ritengo che, vista la negligente tendenza di noi italiani all'astensionismo elettorale, sarebbe cosa opportuna che anche per i referendum abrogativi non ci fosse l'obbligo di raggiungere un quorum, quantomeno per spingere la cittadinanza a votare o per risparmiare i milioni di euro che vengono puntualmente spesi per orchestrare istituti giuridici che spesso e volentieri vengono trascurati.

Aldilà delle mie considerazioni personali, in vista di questo referendum, e soprattutto in vista di allargare il bacino elettorale dei favorevoli alla riforma, il premier e il suo staff hanno davvero usato tutti i possibili escamotage (allungamento del termine di voto per italiani all'estero, aumento voucher babysitter, bonus bebè, bonus “mamma domani”, ecc) soprattutto all'estero, e non senza ricevere aspre critiche. Pare dunque che si faccia davvero affidamento su questi voti di corrispondenza. Ma c'è una di queste manovre politiche che rientra maggiormente negli interessi di Altrove Reporter, ovvero il fatto che il diritto di voto a distanza sia stato esteso anche agli italiani che si trovanotemporaneamente all'estero. In realtà questa è una possibilità vigente dal 6 maggio 2015 (data di approvazione dell'Italicum), ma profuma ancora di novità poiché finora è stato possibile sfruttarla solo in occasione del Referendum sulle trivellazioni del 17 aprile.

Con temporaneamente all'estero si intendono tutti gli elettori italiani non iscritti all'AIRE che per un periodo minimo di almeno tre mesi nel quale ricade la data di svolgimento della consultazione elettorale dichiarino la loro temporanea residenza in un paese estero per motivi di lavoro, studio o cure mediche. Fanno parte di questa categoria tutti gli studenti Erasmus (25.000 ogni anno), tutti i soggetti impegnati in missioni internazionali o umanitarie, i loro familiari o conviventi.

Ecco cosa devono sapere gli italiani residenti (e non) all'estero per poter votare al referendum del 4 dicembre 2016:

Italiani residenti all'estero non iscritti all'AIRE (temporaneamente all'estero)

Hanno tempo fino al 2 novembre, e non devono fare altro che inviare la domanda al comune di riferimento d'iscrizione nelle liste elettorali compilando un apposito modello, allegando una copia di un documento d'identità valido, l'indirizzo postale cui va inviato il plico elettorale e una dichiarazione che attesti il possesso dei requisiti per l'ammissione al voto per corrispondenza. La comunicazione può essere inviata per posta, fax, posta elettronica (anche non certificata), o a mano, anche delegando un'altra persona.

Italiani residenti all'estero iscritti all'AIRE

In quanto residenti stabili all'estero, e quindi iscritti negli elenchi di aventi diritto al voto, non hanno bisogno di presentare alcuna domanda, come da prassi verrà loro inviato dall'Ufficio consolare il plico elettorale all'indirizzo in cui risiedono. Dovranno solo restituire i moduli compilati al Consolato competente per il territorio qualche giorno prima del Referendum.

Italiani residenti all'estero, iscritti all'AIRE che al momento del voto si trovano in Italia

Spiacenti, tempo scaduto. Avevano tempo fino all'8 ottobre, ovvero dieci giorni dopo che è stata comunicata la data del voto, per inviare la domanda al consolato il quale avrebbe fatto pervenire la richiesta all'ufficio anagrafe che avrebbe provveduto a reinserire i nomi degli interessati nelle liste elettorali italiane, dalle quali erano stati depennati.

È capitato in diverse tornate elettorali che i voti dei nostri connazionali espatriati si rivelassero decisivi, nel 2006 ad esempio sono stati 26.000 i voti per corrispondenza che hanno contribuito alla vittoria di Romano Prodi. Sebbene si sia riscontrato un calo del 9% dei votanti tra gli italiani all'estero (dato 2013), sembra proprio che anche questa volta possano costituire l'ago della bilancia. Spesso, quando si guardano le cose da una prospettiva esterna e ci si svincola dal contesto abituale si sviluppa un occhio critico con il quale si riesce a dare una lettura più ampia e una visione più nitida delle questioni.

(Chiara Maistri)

Giovedì, 27 Ottobre 2016

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