Si continua inesorabilmente ad emigrare
Scarsissima attrattività del Paese: questo il senso del Rapporto sulle migrazioni interne ed internazionali della popolazione residente pubblicato dall'Istat il 26 novembre 2015. Vi si delinea, numeri alla mano, la continua emorragia di giovani, i pochissimi rientri e il ridursi del numero di coloro che dall'estero scelgono di vivere in Italia.
I dati forniti recentemente dall'Istat riguardano le iscrizioni dall'estero e le cancellazioni per l'estero; il quadro che ne emerge mostra la continua crescita dell'emigrazione di giovani e giovani adulti dall'Italia, con il 50% del totale che ha fra i 15 e i 39 anni. Un quadro preciso e ancora allarmante.
Alcuni elementi risaltano maggiormente.
Diminuisce dal 2008 molto velocemente il divario fra entrate e uscite. Le nuove iscrizioni dall'estero scendono e aumentano le cancellazioni. Se non si è ancora giunti ad un saldo negativo, in un solo anno, fra il 2013 e il 2014, la differenza si è ridotta del 22%.
Quanto alle mete, nel 2014 la destinazione più scelta è l'Europa, soprattutto la Germania, con 14.440 persone a fronte delle 3.771 che sono ne entrate; seguono con valori, simili, Gran Bretagna, Svizzera e Francia, con numeri dai 13.500 agli 8.500 all'anno in uscita contro le 2.398, 2.530 e 1920 in entrata. Curiosa la forza attrattiva del Belgio, dove si sono diretti 2591 emigrati italiani.
E non si tratta di una fuga di cervelli, come si continua a sostenere. I dati dicono che ad emigrare sono soprattutto coloro che hanno solo il diploma, il 70% del totale, con un aumento del 6,8% rispetto al 2013, mentre diminuisce di poco il numero dei laureati emigrati, con un -2,1% rispetto all'anno precedente.
Un dato in controtendenza sono i rientri (-2,8% rispetto al 2013), ma forse, come suggerisce lo stesso rapporto Istat, ha giocato un ruolo determinante l'applicazione della legge di 'controesodo' (n.238/2010) che garantiva sconti fiscali a persone altamente qualificate che tornassero in patria. Gli effetti della legge sono sospesi per il 2016.
Infine osservando la prospettiva pluriennale, in soli sette anni sono più che raddoppiati i cittadini italiani cancellati per l'estero, passando da 47.000 nel 2007 a 136.000 nel 2014.
Si tratta complessivamente di dati significativi, che descrivono un processo che non si può più dire emergente e che comporta il ridursi della capacità attrattiva del nostro paese, il suo invecchiamento assoluto e la difficoltà a sostenere le conseguenze economiche e sociali della perdita di giovani.
Per dare un quadro completo è bene però ricordare che i numeri dichiarati riguardano solo una parte della popolazione emigrata, a ribadire l'urgenza di analisi e l'opportunità di interventi.
Giovedì, 31 Dicembre 2015 - Ultima modifica: Giovedì, 07 Gennaio 2016