Trump ed il suo riflesso sulle relazioni scolastiche
Prendendo spunto dalle parole di Sara sull'elezione di Trump e su quanto abbia colpito la sua quotidianità di cittadina italoamericana e madre a New York, ne sono nate alcune riflessioni riguardo il modello di comunicazione della politica che ha caratterizzato questa anomala tornata elettorale e sulle conseguenze che ne potranno derivare anche nelle semplici relazioni sociali fra giovanissimi.
Prendendo spunto dalle parole di Sara sull'elezione di Trump e su quanto abbia colpito la sua quotidianità di cittadina italoamericana e madre a New York, ne sono nate alcune riflessioni riguardo il modello di comunicazione della politica che ha caratterizzato questa anomala tornata elettorale e sulle conseguenze che ne potranno derivare anche nelle semplici relazioni sociali fra giovanissimi.
RIVA DEL GARDA - “Tra di loro, io vedo già i messaggini che si mandano. Tu sei metà ispanico e metà europeo: quindi sei a posto. Tu, invece, sei ispanico: ti deportano”. Questo quello che Sara Matiz – architetto rivano trasferitasi a New York ormai da anni - vede nelle conversazioni per SMS della figlia: scuola media. Per metà europei, loro, sono in salvo. Ma è il sano tessuto sociale scolastico ad essere in pericolo, colpito sensibilmente dalle elezioni di Trump.
Così, se ciò che succede nel mondo adulto passa inevitabilmente nel mondo infantile, allora oggi lo spettro dell’illogicità che permea le relazioni adulte è diventato realtà e il politically incorrect si è mostrato capace di destabilizzare gli insegnamenti, logici e civili, impartiti all’interno delle scuole.
“Durante le lezioni, in periodo elettorale – continua Sara – gli insegnanti hanno tentato di guidare i futuri adulti nell’analisi dei dibattiti. Scomponevano duelli e comizi secondo le regole della retorica, mettendone in luce gli strumenti intrinsechi: logos, pathos, éthos. Non c’era dubbio che, vedendola in questo modo, la vittoria di Hilary fosse certa. Dalla parte di Trump, infatti, si ricorreva solo ad insulti, attacchi ad hominem, no, stai zitta, e ancora populismo e stereotipizzazioni. Mai un confronto logico. Invece la realtà si è dimostrata ai loro occhi paradossalmente ribaltata: Trump vince, ed i bambini si ritrovano a dire ma come?”.
Politica e retorica diventano oltreoceano soggetto d’insegnamento e formazione: ma l’analisi logica porta ad una previsione errata. E’ interessante notare come Trump abbia lasciato poco spazio all’arte del parlar bene, come la s’intende nei salotti. Ne ha guadagnato di campo il politically incorrect: la voce irrazionale che – fuori luogo - subentra al discorso produttivo. L’approccio, insomma, politicamente scorretto vince. E’, dunque, la sconfitta d’una retorica civile, aberrata da Trump ed i suoi sostenitori, o l’affermazione di una nuova (ma allo stesso tempo antica) trasfigurazione dell’arte che sottostà al linguaggio? Lo scopo, comunque, era e rimane la persuasione e l’obiettivo da parte del magnate è stato centrato.
Tutto ciò appare particolarmente pericoloso soprattutto per quei ragazzi che, a casa, sono lasciati soli nell’ultimo confronto con la realtà, quando la figura del genitore – che sia per disinteresse, incapacità personale o trascuratezza – non assolve al ruolo, oggi più importante che mai, di mediatore razionale (piuttosto che d’informatore) con il Mondo. Quali sono gli insegnamenti che ne ricaveranno da queste elezioni? E’ forse la persona che grida più forte, quella che riesce ad additare la causa del problema ad un nemico ben definito e definibile, a meritarsi la fiducia nazionale? E’ così che ci si guadagna il seguito di una parte di popolazione che si trova in difficoltà, d’una parte d’elettorato che si dimostra carente di spirito critico (forse ciò che dovrebbe in assoluto caratterizzare l’età adulta)? E’ dunque questo l’approccio, a detta del cittadino, necessario per risolvere una situazioni di crisi?
“Vedere sconfessato da parte del presidente-eletto il valore americano delle infinite opportunità, delle possibilità aperte per tutti e a tutti, è preoccupante” aggiunge Sara. Maschilismo, sessismo e razzismo, un bel trittico di valori che in un sol colpo potrebbe ribaltare quell’immagine (forse fittizia) dell’America come faro, volente o nolente, del progresso democratico. “Qui, la paura, è quella di tornare indietro di cinquant’anni sulle lotte che sono state fatte (e che oggi notiamo non essere ancora state vinte)”.
Perché se questa disgregazione sociale, cupo riflesso del mondo adulto, si piega ad oscurare le relazioni dei figli – nei loro SMS e nelle loro amicizie – allora c’è da preoccuparsi: non solo per il nostro complesso presente, così improvvisamente diverso dalle proiezioni, ma anche per un futuro che sarà sempre frutto dell’odierno.
L'unica nota che può risuonare al grido d’un Make America Great Again, o alla promessa di muri eretti per contenere (o contenersi?) è un accomodante sentimento di nostalgia. Parafrasando il poeta e musicista americano Gil-Scott Heron, quello che vuole il Paese dai grossi contrasti è, infatti, una crogiolante nostalgia d’un passato in cui gli eroi del cinema a cavallo, i John Wayne e Ronald Reagan, galoppavano sicuri, senza ombra di dubbio, verso il nemico giurato, per salvare l’America all’ultimo istante. O chiaro o scuro, o bianco o nero, o Noi o loro.
E questa dicotomica opposizione si manifesta sulle mappe elettorali: il blu, della Grande Mela e le altre metropoli affini, il rosso delle zone più rurali. “New York – afferma Sara Matiz – il giorno dopo le elezioni si è svegliata in lutto”. Colorata di blu, e nero, rimane attonita, intontita da un egocentrismo che l’ha forse resa incapace di percepire le grandi differenze, sociali, economiche e culturali, che hanno spinto oltre la metà d’un Paese a lasciarsi andare ad un voto d’insofferenza e sfogo, anti-politico. Una preferenza, comunque, sincera. Una preferenza, sicuramente, catalizzata da un candidato che, nella sua scorrettezza, è forse risultato più genuino di una ostentata (e consueta) correttezza.
(Andrea Pedrotti)
Mercoledì, 07 Dicembre 2016 - Ultima modifica: Mercoledì, 06 Dicembre 2023