UNCONVENTIONAL

Venerdì 17 giugno presso la Sala della comunità a Riva del Garda si è svolto UNCONVENTIONAL, l'evento voluto fortemente dal fotoreporter Thomas Cristofoletti e realizzata con l'aiuto di Altrove Reporter, la Comunità di valle Alto Garda e Ledro e il Comune di Riva del Garda.
Vi raccontiamo le storie che Thomas ha condiviso con noi!

Venerdì 17 giugno presso la sala della comunità a Riva del Garda si è svolto UNCONVENTIONAL, l'evento voluto fortemente dal fotoreporter Thomas Cristofoletti e realizzata con l'aiuto di Altrove Reporter, la Comunità di valle e il comune di Riva del Garda.

Forse è stata l'ampia copertura sui giornali, forse quella sui social media o più semplicemente il passaparola cittadino tra amici e conoscenti, fatto sta che la sala era davvero piena per la gioia e la preoccupazione di un emozionato Thomas che, dopo i saluti di rito degli assessori, ha introdotto la sua serata: un viaggio attraverso 6 storie e uno spazio, al termine di ognuna di esse, aperto agli interventi del pubblico, della giornalista Paola Malcotti e della responsabile del progetto Altrove Monica Ronchini.

UNCONVENTIONAL ha l'obbiettivo, attraverso le sue immagini, di raccontare modi non convenzionali di approcciarsi e vivere la religione e far riflettere lo spettatore sulle proprie opinioni e sul loro fondamento. Le 6 storie che compongono il progetto si dipanano a due a due, a volte in opposizione a volte affiancandosi, nel marcare le somiglianze che esistono anche a chilometri di distanza.

Con la sua prima storia Thomas ci ha portato a Banda Aceh, capitale della regione di Aceh nella parte settentrionale dell'Indonesia, che è stato uno dei luoghi su cui lo tsunami del 2004 si è abbattuto con più ferocia.
Questo fatto è stato giustificato dalle autorità religiose della zona, e non è la prima volta, come una punizione divina permettendo loro di imporre la Shari'a, la legge coranica, che limita pesantemente la libertà delle persone.
Dall'ascolto della musica al numero di preghiere giornaliere, dai libri che si possono leggere alla libertà di incontrarsi tutto è controllato e punito severamente a Banda Aceh.
Thomas ci è arrivato conoscendo il contesto e cercando di analizzarlo partendo da un punto di vista particolare, quello dei giovani.
É così entrato in contatto con la scena hip hop di Banda Aceh, ha seguito i giovani in centri sociali coperti di murales, li ha visti ritirarsi nel retro di un bar per svolgere le loro preghiere, è corso con loro in spiaggia alla ricerca di quegli spazi di libertà che cercano e proteggono avidamente dal controllo degli anziani.

Da un Islam oppressore ad uno oppresso, la seconda storia di Thomas ha luogo in Myanmar dove, con un ultimo colpo di coda, la dittatura militare è riuscita a spostare l'attenzione della popolazione dalla ricerca della libertà alla, presunta, minaccia di islamizzazione di una nazione a maggioranza buddhista.

In realtà i musulmani sono solo il 4,5% della popolazione birmana e fino a qualche anno fa erano molto integrati nel tessuto nazionale, ma gli sforzi della giunta militare sono giunti a compimento grazie ai sermoni del leader del movimento anti musulmano 969 Ashin Wiratu, un monaco buddhista che ha fatto della lotta all'Islam la sua ragione di vita politica.
Le foto di Thomas ci mostrano scenari inediti e che spezzano i clichè a cui siamo abituati: le vittime sono i musulmani (spesso dipinti invece come gli oppressori) e i carnefici sono monaci buddhisti ben lontani dall'ideale di pace e contemplazione a cui siamo abituati.

Le due storie successive sono molto collegate da tra di loro, nonostante abbiano luogo l'una agli antipodi dell'altra. Si tratta infatti del matrimonio degli alberi di Acettura, vicino Matera, e del Pasola Festival che ha luogo a Sumba, una delle isole minori dell'Indonesia.
Il matrimonio degli alberi è un rito arboreo, che si svolge a maggio e in cui, per favorire la fertilità, due alberi vengono tagliati e trasportati nella piazza principale di Acettura dove poi vengono congiunti in matrimonio. Si tratta di un rito pagano antichissimo e che è riuscito a sopravvivere nella sua forma ancestrale fino ai nostri giorni passando attraverso il cattolicesimo, identificandosi con la festa del santo ma senza perdere i suoi connotati.
Simile in questo è al Pasola festival, una serie di incontri all'arma bianca tra i migliori cavalieri dell'isola di Sumba con lo scopo di ferirsi (tempo fa ciò portava anche a colpi mortali ma nel tempo le armi sono state smussate e le ferite sono ora solo superficiali) e bagnare di sangue la terra in modo da favorire il raccolto. Thomas ha seguito il festival accompagnato da uno dei cavalieri e dal suo nipote, aspirante successore dello zio. Nell'immergersi nella cultura locale il fotoreporter non è però riuscito a non notare come anche in quella remotissima isola fossero arrivati i costumi cattolici e occidentali: croci, tombe cristiane e immagini votive, e come tutto questo avesse trovato un modo di coesistere con un mondo ad esso precedente e immanente che lo ha accolto e rielaborato affianco a sé.

Con le ultime due storie Thomas ha ancora una volta voluto spingere le persone ad andare oltre il senso comune e scoprire cosa si cela dietro ai giudizi troppe volte affrettati che si danno a usi e abitudini sconosciute.

La prima racconta la poligamia in Malesia e lo fa attraverso gli occhi di una donna, istruita e in carriera, che ha voluto e convinto il marito a compiere questa scelta di vita, in modo da avere più tempo per se stessa ed è poi diventata la fondatrice e presidente del “Club delle mogli obbedienti”. Il club è uno spazio per lei e e le altre mogli in cui confrontarsi, discutere le proprie difficoltà e paure che necessariamente sorgono in un rapporto poligamo e aiutarsi nel superarle.

Nonostante sia ovvio che molte donne sono obbligate a vivere in una situazione poligama è comunque importante notare come sia difficile per noi comprendere un fenomeno così diverso e porlo sotto la giusta luce.

La seconda invece si concentra su una pole dancer di Taipei, la particolarità è che i suoi balli non si svolgono la sera con il favore del buio, ma di giorno e alla chiara luce del sole, non la si può ammirare nei privè di un night club, ma fuori dai templi taoisti e non ha il carattere profano che sarebbe facile attribuirle, ma invece sono danze sacre pagate da ricchi donatori ai templi taoisti.
Lo stesso Thomas racconta di essersi trovato spiazzato di fronte a questo connubio tra religiosità e danza e ammette che si aspettava tutt'altro, ma, ancora una volta, dal malinteso e dall'incomprensione è andato oltre, fotografando una realtà a lui nuova e portandocela in dono come un altro pezzo di quella ricchezza raccolta in giro per il mondo.

Giovedì, 30 Giugno 2016

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